Villa dei papiri

Scoperta nell’area suburbana di Ercolano negli anni centrali del Settecento, la Villa dei Papiri – tangibile testimonianza delle ville d’otium dell’aristocrazia romana, in cui costante era il riferimento al mondo greco - prende il nome dallo straordinario ritrovamento di oltre 1000 rotoli di papiro carbonizzato che hanno restituito per lo più testi in lingua greca di filosofia epicurea. Non meno straordinario fu il rinvenimento delle quasi cento sculture che decoravano le sale, i peristili e i giardini della villa, la maggior parte delle quali in bronzo. Rare erano le statue antiche in bronzo nelle collezioni d’antichità del Settecento e dunque, insieme alle pitture e ai mosaici, le sculture della Villa dei Papiri furono tra le opere che più contribuirono alla fama delle collezioni del Museo in tutta Europa.

Le sculture sono esposte in alcune sale del secondo piano del Museo, accostate sulla base dello specifico ambiente della villa in cui furono rinvenute: la documentazione di scavo settecentesca ha infatti permesso di ricostruire con inedita precisione il luogo di ritrovamento di ognuna di esse. All’interno del complesso decorativo è stato possibile identificare alcuni nuclei omogenei per iconografia e contenuto semantico, che hanno aiutato gli studiosi ad avanzare ipotesi sulla datazione dell’edificio e sull’identità del suo proprietario. Il rimando al mondo delle corti ellenistiche - documentato dai ritratti di diversi dinasti, dai ritratti di filosofi poeti e oratori greci, e dalle riproduzioni di modelli scultorei riferibili a quell’orizzonte culturale - ha suggerito di cercare il committente della villa tra gli esponenti dell’aristocrazia romana della tarda Repubblica.

Un altro nucleo di opere, realizzate in una seconda fase, guarda invece alle creazioni attiche della seconda metà del V secolo a.C., denotando un’adesione a modelli culturali propri dei primi decenni dell’età imperiale. Insieme alle statue, ai busti e alle erme, sono esposte alcune pitture provenienti dall’edificio e due riproduzioni della macchina per lo svolgimento dei papiri ideata dal padre Antonio Piaggio poco dopo la metà del Settecento.

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