Piana Campana
Sono molti gli autori antichi che hanno scritto storie, spesso discordanti, sui popoli che abitavano la Piana Campana, sulle forze dominati, sui miti legati alle loro origini: ciascuno di loro era condizionato dalla natura delle informazioni raccolte, oltre che dalla necessità di essere comprensibile e apprezzato dai contemporanei. Sulla scorta di tali racconti gli archeologi e gli storici di oggi provano ad interpretare i rinvenimenti, trovando una relazione possibile tra un modo di seppellire o una forma di un oggetto e alcune caratteristiche “etniche”, in determinati fasi storiche.
In un ambito così articolato come quello della Piana Campana, dove popolazioni indigene hanno strutturato fiorenti insediamenti dal Neolitico, senza soluzione di continuità fino all’età contemporanea, con contatti costanti con tutta la penisola e il Mediterraneo, le categorie interpretative sono continuamente messe in discussione dalla ricchezza dei dati archeologici, che pongono sempre nuove domande. Questo allestimento vuole creare un dialogo tra i dati degli scavi condotti tra il XVIII e il XIX secolo, alla ricerca dei reperti antichi per il mercato antiquario, da tempo confluiti nelle collezioni del Museo, con gli straordinari rinvenimenti scoperti attraverso estese campagne di scavo condotte dalla Soprintendenza di Napoli e Caserta dalla metà degli anni’90 ai primi anni 2000, per ampliare la nostra comprensione della storia. La necessità di operare su una vastissima area interessata da intense opere pubbliche, infatti, diede impulso al passaggio da una “archeologia di recupero” ad una “archeologia preventiva” che progetta indagini preliminari alla realizzazione delle opere pubbliche, proporzionate rispetto alla estensione complessiva dell’intervento, alle risorse economiche e professionali disponibili e ai tempi di realizzazione.
Nell’area di Gricignano di Aversa e di Carinaro in provincia di Caserta, in particolare, gli scavi estensivi effettuati a partire dalla metà degli anni ’90, per la realizzazione della Base militare US Navy e della linea ferroviaria Alta Velocità Roma-Napoli, hanno portato in luce le tracce di un’intensa frequentazione a partire dal Neolitico finale (fine V-inizi IV millennio a.C.), fino all’età romana. Una selezione di contesti dal Bronzo Antico all’età alto arcaica è esposta qui per la prima volta, in dialogo con gli scavi otto e novecenteschi nelle collezioni del Museo, per tracciare un nuovo percorso di conoscenza di questa straordinaria regione del mondo antico.