Periodo della mostra
5 maggio - 8 agosto
Prezzo biglietto
incluso nel biglietto d'ingresso
UNA SCULTURA AL MANN
L’idea alla base di questo progetto espositivo è quella di presentare al pubblico una singola scultura. Si tratta di un’opera contemporanea, che tuttavia è stata realizzata con l’antica tecnica della fusione a cera persa. Al di là degli effetti compositivi ed estetici che consente, questa tecnica ha la caratteristica di essere frutto di un lavoro di equipe. Un’opera prodotta con questo tipo di fusione, infatti, attraversa diversi step realizzativi che competono a pro-fessionalità differenti, ognuna delle quali influisce sull’esito finale. Essa consente di trasformare l’idea originale di un artista in un progetto collettivo che coinvolge diverse persone. L’opera che ne scaturisce proviene da un contesto cultu-rale e produttivo ben preciso di cui essa stessa è espressione. Presentare una singola scultura realizzata con questa tecnica vuol dire quindi non soltanto raccontare la ricerca di un artista, ma anche dare voce ad una realtà culturale da cui l’artista proviene o con la quale questi è entrato in dialogo. C’è un lavoro molto lungo dietro la produzione di una scultura come Argine, che richiede diversi mesi di preparazione, di modellazione e di realizzazione effettiva dell'opera. Tutto nasce da un’idea di una persona e diventa infine un pro-dotto del lavoro di molti. Una sola scultura, generata da un processo così lungo e “profondo”, è in grado di rappresen-tare un intero contesto artistico-produttivo.
PERCHÈ AL MANN
Paola Margherita si è formata artisticamente a Napoli; ancor prima di diplomarsi all’Accademia di Belle Arti della città ha frequentato a lungo il Museo Archeologico Nazionale e le sculture della collezione di questa istituzione sono state un riferimento costante: le ha osservate, le ha studiate, le ha disegnate; ha così assimilato il linguaggio plastico della sta-tuaria classica. Questo linguaggio è diventato per lei il “basamento” su cui costruirne un altro, ardito e moderno, che risente delle prospettive artificiose dell’ottica ad uso fotografico e cinematografico, ma che tuttavia resta in sorpren-dente continuità con quello classico. Presentare una propria scultura al MANN ha così, per Paola Margherita, il senso di una restituzione: per ridare al lin-guaggio plastico classico la sua contemporaneità, mostrando, al pubblico del museo, che il linguaggio sulla cui espressi-vità fisica ogni individuo occidentale si è formato, ha continuato ad evolvere ed a svilupparsi esattamente come il lin-guaggio verbale. Argine intende dare al linguaggio classico una “voce” attuale. Questa “voce” sarà quella di Paola Margherita, lo stile quello che l’artista ha sviluppato in relazione con i tecnici e gli artigiani della fonderia, anch’essa di Napoli, e che come l’artista hanno perfezionato le proprie capacità ed il proprio know how sulla statuaria classica di questa città. Argine apparirà dunque come una scultura della città; non una scultura antica, ritrovata ed esposta alla città, ma un’opera che mostri come la presenza di una così importante collezione antica a Napoli, accresciuta nel tempo da im-portanti ritrovamenti archeologici, non abbia mai smesso di influenzare il contesto artistico locale, che oggi si esprime, attraverso la ricerca di Paola Margherita, con un linguaggio plastico rinnovato ed attuale, ma che poggia le sue fonda-menta sul passato.
PAOLA MARGHERITA - ARGINE MANN
Argine è il frutto di quel patrimonio immateriale, fatto di conoscenze teoriche e pratiche, che si sono evolute nel tempo attraverso il fare, e che senza soluzione di continuità hanno continuato a modificarsi in relazione alle nuove esigenze di vita, a nuovi valori e nuove condizioni. Nella collezione del MANN sono del resto presenti per lo più sculture che sono una copia od una trasformazione roma-na di un modello precedente greco. La traccia che queste sculture conducono su di sé dai modelli precedenti è forse più importante del loro valore materiale ed artistico; questa traccia ha un valore puramente immateriale. Il MANN è in so-stanza un museo che custodisce anche un grandissimo patrimonio immateriale oltre che materiale ed è su questo aspetto dell’istituzione che si inquadra il senso della presentazione al pubblico di Argine.
L’ALLESTIMENTO
L’allestimento della scultura sarà estremamente semplice. Sistemata in una sala che si trovi in prossimità del percorso tradizionale del secondo piano del museo, Argine potrà apparire, ad un primo sguardo, come una scultura antica. La figura si mostrerà sul fondo della sala, su un piedistallo bianco, frontale e centrale rispetto all’ingresso della sala: gli oc-chi della scultura incroceranno quelli del visitatore in ingresso nella sala. Le luci non saranno diffuse nell’ambiente, ma teatralmente dirette come fari verso la scultura. Il visitatore che sceglierà di accedere alla sala sarà accompagnato nella scoperta della scultura da due tipologie diverse di apparati didattici, entrambi testuali. Un pannello posto alla destra dell’ingresso, dunque frontalmente alla scultura, presenterà il testo critico di Marco Izzolino (proposto qui a seguire). Sulle pareti laterali della sala saranno invece posti testi pre-spaziati che offriranno la rilettura in chiave moderna di alcune parole riferite alla grammatica plastica di Argi-ne. I testi pre-spaziati andranno a comporre un lexicon, un’insieme di parole, con le loro definizioni, che si riferiscano a quanto, della scultura esposta, presupponga l’assimilazione del linguaggio classico.
Il LEXICON
Il lexicon avrà la funzione di creare un ponte simbolico tra passato e presente. Un dialogo ideale tra Argine e alcune delle opere presenti nella collezione del MANN, dal quale possa scaturire, per il visitatore, una vera esperienza conosci-tiva, non nei confronti dell’arte, ma della propria vita. Le parole mostrate, con le loro definizioni, non saranno selezionate al fine di spiegare la scultura di Paola Margherita, ma per agire da chiavi di lettura: serviranno a stimolare negli osservatori una propria lettura dell’opera che agisca nei confronti della cultura di cui essi stessi sono portatori. La conoscenza del significato della scultura non è l’obiettivo, ma il veicolo di questa esperienza. Il patrimonio culturale conduce un codice nascosto, una fitta trama di significati che orienta il nostro vivere quotidiano, ogni nostro gesto o azione: dietro la manifestazione di una nostra emozione si cela il gesto di una scultura (pathosformel), dietro il modo in cui usiamo un utensile la forma del primo oggetto usato allo stesso scopo, dietro la frase che pronunciamo un verso di un poeta, dietro la fotografia che scattiamo la composizione di un celebre quadro... Il senso della presenza del lexicon sta nel mettere il partecipante nella condizione di poter accedere autonomamente a questo codice (culturale) nascosto di cui anche Argine, e la ricerca di Paola Margherita, sono dei vettori.
tag — Mann, Mostra
Altre mostre ed eventi.