La voce della luna
personale di pittura di Nicola Migliozzi
Periodo della mostra
21 settembre - 16 dicembre 2022
Orario
Prezzo biglietto
incluso nel biglietto d'ingresso
Nicola Migliozzi (Calvi Risorta 1952) in questa esposizione presenta una trentina di opere pittoriche realizzate negli ultimi vent’anni su pietra lavica, tranne alcuni esempi di encausto e affresco. “E’ un artista che ha raggiunto una maturità espressiva tale da giustificare pienamente una sua messa a punto della sua personalità. Attivo da parecchi anni, Nicola Migliozzi si è ripetutamente segnalato, dato il suo eccellente dominio anche dell’arte della scultura, come autore di complessi monumentali e celebrativi di grande impegno intellettuale e formale” (Claudio Strinati, Catalogo mostra La poesia del mito. Museo Civico Archeologico Mondragone ,CE, 2014).
“Cambiano le tecniche e i soggetti trattati ma rimane costante la riconoscibilità del suo segno, inconfondibile la sua maestria sia nella stesura materica del colore sia nel disegno, a volte filamentoso e aggrovigliato, a volte netto e preciso a definire le figure, cose o paesaggi che, isolati o organizzati in complesse composizioni, ci raccontano di episodi mitici o appartenenti al nostro vivere quotidiano.
Il Migliozzi, con l’incessante lavoro, tratta, come un funambolo, argomenti diversissimi tra loro, passa dal dramma di un naufragio alla dolcezza di un incontro amoroso, alla serenità di un tramonto o alla ironia di rappresentazioni grottesche come Autoritratto all’inferno.
In un’intervista, l’artista ha dichiarato che le sue fonti d’ispirazione sono molteplici, può essere la lettura di una poesia o l’ascolto di un brano di musica classica, oppure la visita ad un museo o semplicemente un fatto di cronaca, ma il modo di concretizzare l’idea scaturita nella mente, il suo divenire immagine dipende dal momento in cui si accinge al gesto artistico, a volte realizza una intera composizione con un unico tratto, una linea continua, senza ripensamenti, con un risultato sorprendente per la chiarezza delle forme che sembrano essersi trasferite direttamente, per magia, dalla mente al supporto, altre volte, invece, è un continuo ritornare sulle linee già tracciate alla ricerca della soluzione più idonea e il fare artistico, l’atto creativo diventa tormento, un dolce tormento, indispensabile affinché un lavoro acquisti un senso e si trasformi in Arte” (dall’introduzione alle opere di Elda Lia).
“Cambiano le tecniche e i soggetti trattati ma rimane costante la riconoscibilità del suo segno, inconfondibile la sua maestria sia nella stesura materica del colore sia nel disegno, a volte filamentoso e aggrovigliato, a volte netto e preciso a definire le figure, cose o paesaggi che, isolati o organizzati in complesse composizioni, ci raccontano di episodi mitici o appartenenti al nostro vivere quotidiano.
Il Migliozzi, con l’incessante lavoro, tratta, come un funambolo, argomenti diversissimi tra loro, passa dal dramma di un naufragio alla dolcezza di un incontro amoroso, alla serenità di un tramonto o alla ironia di rappresentazioni grottesche come Autoritratto all’inferno.
In un’intervista, l’artista ha dichiarato che le sue fonti d’ispirazione sono molteplici, può essere la lettura di una poesia o l’ascolto di un brano di musica classica, oppure la visita ad un museo o semplicemente un fatto di cronaca, ma il modo di concretizzare l’idea scaturita nella mente, il suo divenire immagine dipende dal momento in cui si accinge al gesto artistico, a volte realizza una intera composizione con un unico tratto, una linea continua, senza ripensamenti, con un risultato sorprendente per la chiarezza delle forme che sembrano essersi trasferite direttamente, per magia, dalla mente al supporto, altre volte, invece, è un continuo ritornare sulle linee già tracciate alla ricerca della soluzione più idonea e il fare artistico, l’atto creativo diventa tormento, un dolce tormento, indispensabile affinché un lavoro acquisti un senso e si trasformi in Arte” (dall’introduzione alle opere di Elda Lia).
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