Numismatica e oreficerie
La sezione Numismatica è stata di recente interessata da un intervento di riallestimento, con termine previsto entro i primi mesi del 2025, che ha inteso rinnovarne gli impianti illuminotecnici, integrare gli apparati didascalici e, soprattutto, creare ex novo una sottosezione appositamente dedicata ai prodotti di oreficeria dall’Italia antica.
Sarà nuovamente esposta, dopo circa cinquant’anni, una selezione ampia e significativa della preziosa collezione di gioielli che il MANN conserva, fino a oggi rappresentata soltanto dai pochi esemplari contestualizzati in alcune sezioni tematiche (Magna Grecia, Casa del Fauno, Campania Romana).
La nuova esposizione illustra, accanto ai preziosi contenuti nei ripostigli monetali rinvenuti a Pompei ed Ercolano, nuclei di gioielli incastonati con pietre e non, per lo più provenienti da scavi archeologici eseguiti dal XVIII al XX secolo in Italia meridionale, ma talora anche derivanti da donazioni e acquisti, illustrati secondo un ordinamento cronologico e, ove possibile, per contesti geografici o topografici.
Come esempio dei prodotti di oreficeria di età arcaica in ambito magnogreco ed etrusco-italico, sono presentati rispettivamente alcuni gioielli da Cuma, Chiusi e Populonia.
Gli esemplari dai siti antichi di Egnazia, Tiriolo, Armento, Saticula e Capua testimoniano, invece, l’eccellente livello tecnico e artistico raggiunto dalle manifatture orafe di epoca ellenistica, insieme a una straordinaria statuetta aurea di capro selvatico prodotta nella lontana Edessa e pervenuta al Museo con l’acquisto dell’eccezionale collezione del cardinale Stefano Borgia da Velletri.
Ampio spazio è dedicato soprattutto alla oreficeria di epoca romana, rappresentata dapprima con una esemplificazione tipologica di collane, ornamenti, bracciali, orecchini e anelli, e poi documentata con nuclei di gioielli ritrovati nel corso degli scavi a Ercolano e soprattutto a Pompei e nel suo contado, sia in edifici pubblici, sia in ville e domus private, ovvero portati indosso o in piccole borse dai fuggiaschi periti durante la catastrofica eruzione vesuviana del 79 d.C.
A completamento di questa presentazione, raffinati e rari frammenti di tessuti in filo d’oro dimostrano la ricchezza dell’abbigliamento e il gusto delle matrone e degli antichi romani.
L’esposizione si conclude con lo splendido corredo di gioielli creati dalle officine orafe bizantine e provenienti dagli scavi eseguiti nel 1915 a Senise in Basilicata.
Sarà nuovamente esposta, dopo circa cinquant’anni, una selezione ampia e significativa della preziosa collezione di gioielli che il MANN conserva, fino a oggi rappresentata soltanto dai pochi esemplari contestualizzati in alcune sezioni tematiche (Magna Grecia, Casa del Fauno, Campania Romana).
La nuova esposizione illustra, accanto ai preziosi contenuti nei ripostigli monetali rinvenuti a Pompei ed Ercolano, nuclei di gioielli incastonati con pietre e non, per lo più provenienti da scavi archeologici eseguiti dal XVIII al XX secolo in Italia meridionale, ma talora anche derivanti da donazioni e acquisti, illustrati secondo un ordinamento cronologico e, ove possibile, per contesti geografici o topografici.
Come esempio dei prodotti di oreficeria di età arcaica in ambito magnogreco ed etrusco-italico, sono presentati rispettivamente alcuni gioielli da Cuma, Chiusi e Populonia.
Gli esemplari dai siti antichi di Egnazia, Tiriolo, Armento, Saticula e Capua testimoniano, invece, l’eccellente livello tecnico e artistico raggiunto dalle manifatture orafe di epoca ellenistica, insieme a una straordinaria statuetta aurea di capro selvatico prodotta nella lontana Edessa e pervenuta al Museo con l’acquisto dell’eccezionale collezione del cardinale Stefano Borgia da Velletri.
Ampio spazio è dedicato soprattutto alla oreficeria di epoca romana, rappresentata dapprima con una esemplificazione tipologica di collane, ornamenti, bracciali, orecchini e anelli, e poi documentata con nuclei di gioielli ritrovati nel corso degli scavi a Ercolano e soprattutto a Pompei e nel suo contado, sia in edifici pubblici, sia in ville e domus private, ovvero portati indosso o in piccole borse dai fuggiaschi periti durante la catastrofica eruzione vesuviana del 79 d.C.
A completamento di questa presentazione, raffinati e rari frammenti di tessuti in filo d’oro dimostrano la ricchezza dell’abbigliamento e il gusto delle matrone e degli antichi romani.
L’esposizione si conclude con lo splendido corredo di gioielli creati dalle officine orafe bizantine e provenienti dagli scavi eseguiti nel 1915 a Senise in Basilicata.
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