Documentare gli Scavi: Pompei nelle imprese editoriali del Regno 1740–1850
Periodo della mostra
23 Ottobre 2024 – 31 Gennaio 2025
Orario
La mostra è dedicata al processo di documentazione degli scavi di Ercolano e Pompei che si riversò nelle pubblicazioni ufficiali sponsorizzate da diversi regnanti di Napoli, da Carlo di Borbone a Ferdinando II, passando per Gioacchino e Carolina Murat.
Le ventisei opere in mostra nella sala del Plastico di Pompei, vengono dai fondi del MANN: dalla Biblioteca, dall’Archivio Storico, dall’Archivio Disegni e Stampe, e dalla raccolta dei rami della Stamperia Reale. Oltre a Le Antichità di Ercolano Esposte (1757–92), con annessi rami e disegni preparatori, il pubblico potrà ammirare la copia di Rami Inediti appartenuta a Carolina Murat, alcune gouaches di Francesco Morelli, e rare veline di Giuseppe Marsigli.
L’esposizione dialoga con l’istallazione permanente del grande plastico di Pompei, realizzato tra il 1861 e il 1879. Come si svolgevano gli scavi a Pompei nel primo secolo dopo la scoperta? Perché le pitture erano asportate? A quando risale la prima idea di lasciare le pitture in situ? E quali erano i rischi? Dalle prime imprese settecentesche fino a metà dell’Ottocento, diverse tecniche di documentazione, conservazione e restauro furono sperimentate. Non tutte ebbero successo, e i disegni prodotti nel processo rimangono talvolta l’unica fonte per ricostruire una pittura andata perduta. Le opere in mostra raccontano questa storia.
Le ventisei opere in mostra nella sala del Plastico di Pompei, vengono dai fondi del MANN: dalla Biblioteca, dall’Archivio Storico, dall’Archivio Disegni e Stampe, e dalla raccolta dei rami della Stamperia Reale. Oltre a Le Antichità di Ercolano Esposte (1757–92), con annessi rami e disegni preparatori, il pubblico potrà ammirare la copia di Rami Inediti appartenuta a Carolina Murat, alcune gouaches di Francesco Morelli, e rare veline di Giuseppe Marsigli.
L’esposizione dialoga con l’istallazione permanente del grande plastico di Pompei, realizzato tra il 1861 e il 1879. Come si svolgevano gli scavi a Pompei nel primo secolo dopo la scoperta? Perché le pitture erano asportate? A quando risale la prima idea di lasciare le pitture in situ? E quali erano i rischi? Dalle prime imprese settecentesche fino a metà dell’Ottocento, diverse tecniche di documentazione, conservazione e restauro furono sperimentate. Non tutte ebbero successo, e i disegni prodotti nel processo rimangono talvolta l’unica fonte per ricostruire una pittura andata perduta. Le opere in mostra raccontano questa storia.
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