Collezione egizia

La Collezione egiziana, la seconda per importanza in Italia dopo il Museo Egizio di Torino, fu costituita tra il 1817 e il 1821 sia mediante l’acquisizione di celebri collezioni private (Borgia, Drosso-Picchianti, Hogg e Schnars), sia grazie agli scavi borbonici nelle aree vesuviana e flegrea. Unico esemplare egiziano di provenienza Farnese è il Naoforo, una statua riproducente un personaggio inginocchiato con un’edicola (naòs) tra le mani al cui interno è il dio Osiride. Il nuovo allestimento, distribuito in sette sale (XVII – XXIII), è stato organizzato in cinque sezioni tematiche relative ad aspetti caratteristici della civiltà egiziana: la sfera del potere, il mondo dei morti, i culti e la magia, l’organizzazione socio-economica. Esse sono precedute da due sale introduttive sulla “Storia della collezione”, con calchi ottocenteschi di monumenti egiziani, e sul fenomeno del “Collezionismo delle antichità egiziane”, con una suggestiva ricostruzione dei primi allestimenti sette-ottocenteschi.

Nella sala XIX, intitolata “Il faraone e gli uomini”, sono esposte quasi tutte le sculture della collezione raffiguranti faraoni, funzionari civili e militari, scribi e sacerdoti (tra cui la “Dama di Napoli” dell’Antico Regno; la statua del maggiordomo Nakt del Medio Regno; il monumento di Amenemone del Nuovo Regno, le “statue ritratto” di epoca tarda), nonché l’evoluzione delle forme del potere politico e della società nelle varie epoche della millenaria storia egiziana. Nelle due sezioni successive (“La tomba e il corredo funerario”, “La mummificazione”) si affronta la sfera funeraria, che nella civiltà egiziana assume evidenza e forme assai peculiari. Nella sala XX, oltre alla descrizione delle modalità di sepoltura e del “libro dei morti”, sono presentate stele (come quelle di Hat e di Amenhotep), rilievi dipinti e iscritti, nonché una numerosa serie dei tipici ushebty (statuine di servitori nelle varie mansioni quotidiane, che accompagnavano il defunto nelle tombe più eminenti), contenitori e ornamenti presenti nei corredi funerari. Seguono, nella sala XXI, esemplari di mummie umane (in sarcofagi lignei e non, ricostruite con i loro cartonnage e amuleti), sigilli scaraboidi e i tipici vasi canopi.

Ampio spazio è dedicato, nella sala XXII, alla “Religione e magia”, attraverso le immagini delle principali divinità del vasto pantheon egiziano, sotto forma di statuette in pietra e bronzo, amuleti ed elementi decorativi, oltre a tre mummie del dio coccodrillo Sobek, e con riferimenti ai monumenti templari, alle varie mitologie, ai sincretismi religiosi e alle credenze magiche. Conclude l’esposizione la sala XXIII, intitolata “Scrittura, arti e mestieri” e dedicata alla lingua e alla scrittura geroglifica, alla cultura, all’organizzazione del lavoro con i mestieri più comuni (come lo scriba e lo scultore), evidenziando inoltre la fitta rete di contatti nel Mediterraneo tra l’Egitto e le altre civiltà antiche tra l’VIII secolo a.C. e l’età romana. Bibliografia Civiltà dell’Antico Egitto in Campania 1983 Collezione egiziana 1989 De Caro 1994 De Caro 1999 Collezione egiziana 2000 Guida alla collezione egiziana del MANN 2016

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